mercoledì 27 febbraio 2008

LIFE - Route 66 Terza tappa



Dopo aver pianificato il viaggio nel selvaggio Canada per quest’estate, finalmente la terza tappa della mother road.
Come detto in precedenza viaggeremo per ben tre stati , partiremo da Springfield nel Missouri attraverseremo il Kansas per pochi chilometri e arriveremo finalmente in Oklahoma per soggiornare una notte ad Oklahoma City.
Lasciamo Springfield e imbocchiamo la Route66 di primo mattino, questo tratto di strada è veramente poco trafficato e al limite della percorribilità, però quant’è bello essere da soli in mezzo a questa natura, chissà quante storie, quanti emigranti, quante famiglie con bambini al seguito hanno percorso questa strada disconnessa alla ricerca della felicità verso il grande Ovest.


In queste zone sembra che il mondo si sia fermato e ne abbiamo avuto conferma poco prima di Paris Springs, in un piccolo villaggio chiamato Ash Grove .
L’insegna di fronte a noi indica “Sinclair” e di seguito “Gay Parita Gas Station”, una vecchia stazione di servizio completamente rimessa a nuovo e ben tenuta.


Non appena scesi dall’auto ci viene incontro un uomo sulla settantina d’anni piuttosto robusto che lascia il suo vecchio trattore e si pulisce le mani hai sui vecchi jeans, si avvicina e ci chiede di seguirlo dentro la sua stazione di servizio.


L’aria è veramente di un uomo che ha tantissime cose da raccontare e così è stato, appena entrati accende la vecchia radio con le canzoni dell’epoca tra le quali la mitica canzone di Nat King Cole, si siede dietro la vecchia scrivania piena di cimeli, dediche e inizia a parlare.


Si chiama Gary Turner, ci spiega che è nativo di Ash Grove ed abita lì dal tempo in cui la mother road era percorsa da milioni di americani e che a differenza degli altri abitanti del piccolo paese lui ha deciso di rimanere e dedicarsi solo alla sua vecchia stazione di servizio. Ci dice che viene chiamato l’ “ambasciatore della Route66” e che ha preferito rimanere alle origini vivendo di ciò che la sua terra produce, portando ancora in alto il nome della Route66 e cercando di far rivivere a tutti coloro che si fermano le atmosfere del tempo passato. Ci spiega come le “grandi strade”e il consumismo siano responsabili del declino della strada madre e che non lascerà mai la sua terra. Ci mostra con orgoglio il suo “guestbook” con migliaglia di firme e dediche da visitatori di tutto il mondo e ci invita a fare altrettanto. Naturalmente noi accettiamo con molta felicità e nello stesso momento in cui stavamo firmando l’amico Gary si allontana prende due birre (non alcoliche) che ci regala in segno di amicizia, insieme a tutta una serie di riviste storiche e attuali dedicate alla "sua" mitica Route66.


Io e Chiara staremmo ore a parlare con Gary, ma purtroppo il tempo è tiranno e non ci resta che salutarlo con la promessa di mandargli un po’ di nostre foto dall’Italia che lui metterà in bacheca.



Il viaggio prosegue con una strana atmosfera di felicità e orgoglio per aver conosciuto l’amico Gary e con la consapevolezza che le persone che abitano ancora la mother road hanno qualcosa di speciale.
La strada è sempre più disconnessa e adesso ci accorgiamo veramente di percorrere la mitica Route66.
Nel frattempo arriviamo nel piccolo paese di Paris Springs.


Proseguiamo fino hai confini del Missouri per entrare in Kansas, passiamo da cittadine più o meno grandi quali Carterville, Webb City, Joplin, Galena e Baxter Spring l’ultima cittadina prima di entrare nella terra dei nativi americani, l’Oklahoma.


Come dicevo prima le persone che vivono lungo la strada hanno qualcosa di speciale e ne abbiamo avuto nuovamente prova quando siamo arrivati a Miami (OK) e ci siamo fermati per il pranzo al mitico locale “Waylan's Hamburgers the Ku-Ku”.


Naturalmente si sono accorti che non eravamo “nativi” e ci hanno chiesto da dove venivamo e come mai ci trovavamo proprio a Miami in Oklahoma, “Italiani” e “percorriamo la route66 fino a Los Angeles” Incredibile! Davvero incredibile, oltre ad offrirci il pranzo ci hanno omaggiato di vari loro gadget ! Per loro è veramente qualcosa di speciale la Route66. Durante il pranzo siamo stati raggiunti da una classica coppia americana sulla cinquantina che si sono presentati come cittadini di Oklahoma City e che a differenza nostra percorrevano solo un tratto di strada fino a St. Luis. Dopo poche chiacchere ci hanno salutato con “Enjoy the trip” e “Get your kicks on Route66”


Lasciamo anche Miami e ci rimettiamo di nuovo in viaggio sulla vecchia strada che ci porterà ad Oklahoma City.


Passeremo per varie cittadine in puro stile western


Tra cui Stroud (OK) dove facciamo una pausa al mitico “Rock Cafè".


E di seguito via via fino ad Oklahoma City…
Che dire davvero una tappa stupenda ed emozionante, sto iniziando a capire perchè gli americani amano cosi' tanto la Route66 e la loro terra.
Alla prossima !

6 Comments:

Anonimo said...

Grande Filippo !!!
Mentre leggevo del tuo amico Gary mi sembrava di vedere una scena di Cars - motori ruggenti :-)

Grazie ancora del racconto
Stefano Pirovano

Filippo e Chiara said...

Grazie Stefano ;)

Anonimo said...

Bellissimo il trip-report ! Se riesci, inserisci più foto !

Filippo e Chiara said...

Io le metterei tutte le foto, ma ho paura di dilungarmi troppo ;)

mario52 said...

Fortissimo Filippo,
Mentre sto lavorando leggo il tuo racconto su Gary Turner della Gay Parita Sinclair Station di Paris Springs, MO.
Alla fine di aprile di quest'anno l'abbiamo trovato anche noi: personaggio notevole che ci ha indicato molte cose che nessuna guida sulla Route 66 evoca.
Dopo oltre un'ora di chiacchiere finalmente ci ha permesso di proseguire.
Come te gli abbiamo spedito tutte le foto che abbiamo fatto in zona.
Saluti. Mario52

Filippo e Chiara said...

Grazie Mario, Gary è una persona fantastica sarei stato per ore a parlare con lui ;)
Grazie del commento e mi raccomando visitata ancora il mio blog che tra un pò sarà aggiornato sia nella grafica che nei report...

 

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